In un momento difficile come quello che stiamo attraversando, con i nuovi 159 licenziamenti previsti dall'ennesima ristrutturazione della Zucchi-Basetti, chi siede nelle "stanze dei bottoni" ha il dovere di proporre e perseguire nuove strade per stare accanto alle persone che perdono il lavoro affiancandole in quel tratto di percorso che le porterà ad una nuova occupazione.
Spesso chi perde il lavoro vive situazioni di difficoltà che coinvolgono non soltanto la sfera economica ma anche quella emotiva in una situazione di impasse che rischia di avere effetti negativi sull'intero nucleo familiare e sul contesto in cui la famiglia vive.
Occorre, in questi momenti, che nel paese si crei una vera e propria rete fatta dal pubblico e dal terzo settore capace di sostenere chi vive un momento difficile.
Parte da queste considerazioni la mozione che Vivere Rescaldina ha presentato per il prossimo Consiglio comunale affinché la giunta si impegni a creare un fondo da gestire insieme al volontariato sociale per sostenere le persone impegnate a cercare una nuova occupazione e che si trovino a vivere una situazione di difficoltà economica.
Non si tratterebbe di soldi donati a fondo perduto ma di un vero e proprio "microcredito" (che potrebbe anche avere il sostegno della Fondazione Ticino Olona con il raddoppio della cifra messa a disposizione dal comune) da stanziare a rate per sostenere la ricerca attiva di una nuova occupazione. I soldi che verranno poi restituiti dopo il ristabilimento dell'equilibrio lavorativo potranno essere reinvestiti per sostenere nuove situazioni.
Si creerebbe così un "circolo virtuoso" per cui la persona in difficoltà viene supportata sia nella ricerca del lavoro che dal punto di vista economico, diventando poi responsabile in prima persona perché lo stesso aiuto possa essere dato ad altri.
Nel prossimo consiglio comunale sapremo se e come la giunta intenderà approvare questa proposta e qual è la sua visione sul sostegno alle persone in difficoltà.
La mozione di Vivere Rescaldina ha sicuramente una ottima valenza e spero sia approvata.
RispondiEliminaTuttavia, non ci si può limitare a interventi legati al sostegno al reddito di chi ha perso o perderà il lavoro.
Se questi interventi servono a dare sollievo a chi si trova in difficoltà, non puntano però ad affrontare il problema nel lungo periodo, che è quello di garantire redditi da lavoro.
Manca una politica seria di sviluppo economico del territorio, manca una analisi complessiva delle opportunità e delle alternative che si possono creare per dare nuova linfa vitale al tessuto economico locale.
Nessuno parla di sostenibilità, di green economy, di coinvolgimento dei privati in progetti seri di partenariato per il recupero del patrimonio edilizio degradato magari da mettere a disposizione per progetti imprenditoriali, solo per fare alcuni esempi
Mi piacerebbe vedere tutto questo nei programmi e nei manifesti elettorali di tutte le forze politiche.
Come ho già avuto modo di scrivere su Partecipare, l'esempio della vicina Castellanza (che ha più o meno gli stessi abitanti di Rescaldina), dovrebbe essere seguito non solo sul fronte della partecipazione (importante, ma è solo un aspetto), ma anche su quello della progettualità.
Il futuro, da sempre, è di chi ha fantasia e coraggio, elementi a mio avviso non così diffusi tra tutte le forze politiche locali.
Vorrei che questo mio intervento fosse inteso non come una critica, ma come uno stimolo ad "alzare il tiro" e a esercitare il "pensiero laterale".
Emanuele Domngo